Pensieri del Patriarca di Birmania

Beato Clemente Vismara

Beato Clemente Vismara

Un tempo fa’ abbiamo parlato di un grande Missionario, il Beato Clemente Vismara, chiamato per la Conferenza Episcopale della Birmania -dove ha fatto il suo lavoro apostolico- il Patriarca di Birmania. Fu, infatti, Missionario in Monglin ed in altri luoghi della detta nazione asiatica.

Oggi condividiamo con tutti gli amici della Missione alcuni pensieri spirituali di questo bravissimo Apostolo della Fede. Presentiamo i suoi pensieri nella sua lingua originale, la lingua italiana.

Speriamo da Dio diventare anche noi grandi Apostoli della Fede.

Questa Settimana Santa sarà una opportunità preziosa per crescere nel nostro zelo missionario per predicare a Cristo, che ha morto per la salvezza di tutti gli uomini.

Francisco Xavier

Sacerdote Missionario in Taiwan

Senza casa

“Qui a Monglin vivo senza casa; m’alzo senza sveglia; mi lavo senza catino; prego senza chiesa; mangio senza tovaglia; vo’ a caccia senza licenza; viaggio senza soldi; imbroglio senza colpa; lavoro senza posa; vo’ a spasso senza scarpe; sono allegro senza teatro; studio lingue senza fine; non passo giorno senza fastidi; campo senza amici; sfamo quaranta ragazzi senza scrupoli; invecchio senza accorgermi. E di certo morrò senza rimorsi, ché uomo allegro il Ciel l’aiuta” (Da Il bosco delle perle, 1927)

Missione sul campo

“Sono andato a visitare i villaggi più distanti. Ho impiegato 11 giorni a cavallo, strade da orbi, in alta montagna. Sono tornato a casa… disintegrato. Salite e discese di 20 e 30 gradi. Venivano i brividi a guardar giù dalla montagna, il sentiero largo una spanna. Al primo giorno, dopo 10 ore di cammino, dormimmo vicino a un fiume, per terra. Per fortuna c’erano tante foglie di banano, si fece una tettoia alla buona (…) Otto ore di sella al giorno. (…) Certamente a me piace di più fare il vagabondo che una vita sedentaria 21 aprile 1971 (Prima del sole)

“Poveri Fra la nostra gente abbiamo fumatori d’oppio, birbe, ladri, ecc. E’ il rastrellamento simile a quello della parabola degli invitati a nozze, quindi è secondo il costume di Gesù e non dobbiamo lamentarci se dan tanti e interminabili fastidi d’ogni genere”. (Lettera del 1927, in “Prima del sole”)

“Per chi volete ch’io m’affatichi? Per far denari? Se volete far fallimento, a tempo di primato, fate il missionario. È un mestiere magrissimo; con questa crisi poi! In casa mia non ci vengono neppure i ladri, benché la casa sia sempre spalancata e se la chiudo di notte è solo per non far entrare topi e bisce. Per chi volete ch’io m’affatichi? Per l’onore?Avete voi forse mai visto Monglin, almeno in cartolina? Per i miei comodi? Peggio che andar di notte! Conclusione: per chi volete ch’io lavori, se non per Dio?”

Beato Clemente Vismara

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